Ci sono
momenti della nostra giornata in cui abbiamo la sensazione di non essere
ascoltati, di essere trasparenti anche in mezzo ad una folla. E’ una condizione
interiore comune a tutti, che però affrontiamo nei modi più disparati a seconda
della personalità e di molte altre ragioni legate all’esperienza personale, al
bagaglio di cose vissute.
Questa
sensazione infelice può essere vissuta in due contesti relazionali:
AA. In ambito fisico, ovvero in famiglia, con gli amici, al lavoro o in
luoghi pubblici vari.
BB. In ambito virtuale, quindi all’interno di tutti i movimenti social.
Se lo
stesso disagio si manifestasse in un contesto virtuale, tutto sarebbe affidato alle
circostanze, poiché non sappiamo chi si troverebbe ad assistere ad una data
provocazione, un commento sbagliato oppure offensivo. Non sappiamo se chi
riceve quella provocazione sarà come quell’educatore che si trova in aula e che
guarderà negli occhi dello studente o se, al contrario, si tratterà di un
soggetto privo di empatia, la cui reazione potrebbe peggiorare la situazione di
disagio dello studente in questione.
il contesto reale e quello virtuale avranno vantaggi e svantaggi legati alla percezione. Un video pubblicato nel quale una donna viene picchiata, è senza dubbio scioccante e più incisivo di una violenza che avviene all'interno delle mura domestiche, che lo studente esprime in aula e che, con tutta la buona volontà dell'educatore, potrebbe restare nel silenzio per sempre o non essere presa in considerazione.
L’esempio
dello studente è soltanto un aspetto delle molteplici situazioni di vita che ci
troviamo ad attraversare nel tempo e nei diversi contesti storici, sociali e
personali.
Comprendiamo
in questo modo che il luogo o la dimensione in cui si esplicano i comportamenti
e si esprimono le emozioni, è determinante circa la comprensione che ne deriva
e la maniera in cui agire su di essi.
In questo libro descrivo con estrema semplicità come riconoscere il disagio provocato da
manifestazioni come l’omertà, l’indifferenza, la mancanza di empatia. Quando
camminiamo lungo una strada, il nostro sguardo fa caso a ciò che desta in noi
maggiore interesse. Se siamo appassionati di biciclette, non ci sfuggiranno
coloro che pedalano o appoggiano la propria bici accanto alla panchina. Se
amiamo i bambini, li vedremo ovunque. Se abbiamo particolare tenerezza per gli
anziani, ci sembrerà di incontrarli dappertutto. L’empatia è una sorta di costante
compartecipazione che non ammette per natura distrazioni circa gli eventi che
si rivelano intorno a noi. La distrazione è una conseguenza del disinteresse e
dell’ignoranza da parte di colui che appunto ignora.
Qualsiasi
momento nel quale ci troviamo, sia esso la piazza di un borgo o un canale di
YouTube, avremo sempre a che fare con un partecipante attivo e uno passivo, uno
consapevole e un altro assopito, uno cosciente e un altro incosciente.
Sviluppare empatia diventa urgente, se pensiamo che passeggiando, oltre alla vetrina di un negozio o alla vista di una bicicletta, potrebbero concretizzarsi avvenimenti agghiaccianti, come il maltrattamento di un cane ( vi esorto a leggere questa storia realmente accaduta che ho riportato in questo racconto commovente adatto sia agli adulti che ai bambini; clicca
qui ), lo scippo ad un anziano, un atto vandalico rivolto ad un bene culturale pubblico, eccetera.
Interiorizzando i problemi sociali alla stregua degli hobby e degli interessi personali, riusciremmo il più delle volte a cogliere qualsiasi situazione anomala. Sono le nostre pigrizie, il nostro egoismo, la mancanza di coraggio, che comportano danni e violazioni talvolta irrimediabili, come gli omicidi o l'omertà stessa, quella che fa arrestare gli innocenti lasciando in libertà i colpevoli.
In conclusione, è esattamente il nostro grado di empatia che può determinare il destino di una qualsiasi esperienza vissuta o assistita.
Da cosa dipende? Dal nostro impegno personale, dalla nostra applicazione, dalla scelta di migliorarci o restare ai margini di un'esistenza piatta.
In che modo è possibile tutto ciò?
1 Evitando di fidarci delle masse, ma filtrando tutto senza il pregiudizio che uccide la verità. Ma se chattiamo senza leggere, se ci addormentiamo di fronte alle serie tv senza commuoverci al di fuori di queste, non faremo progressi. Il vento trasporta il polline ovunque, ma senza l'ape laboriosa sarebbe cibo per mosche.
2 Documentandoci, facendo ricerche, cercando le fonti, che non sono su facebook, ma sui testi o come risultati di esplorazioni dirette, viaggi, interviste, letture approfondite.
Le mosche sono portatrici di quel disagio menzionato all'inizio, hanno l'angoscia dello studente, quello che cattura l'attenzione del suo educatore empatico o le aggressioni gratuite all'interno di un social network. L'ape contribuisce alla vita, è consapevole, attenta, utile. Il nostro modo di agire nei riguardi di qualsiasi sofferenza e di ogni forma di devianza, determinerà l'aggiunta di un mattone o la sottrazione di quel mattone, per la costruzione o la distruzione del benessere sociale.
Complimenti Eleonora è una riflessione ma anche un riassunto di tutto ciò che viviamo ogni giorno e più viviamo e più la nostra empatia aumenta. Rinchiudersi in sstessi annulla la vita
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